TerraFutura Firenze: le interviste di manimangiri (seconda parte)

Re Nudo degli anni 2000



Si pone come espressione
dell’area di ricerca etico spirituale, dell’ambiente, del settore olistico, del benessere, della salute, per far conoscere tecniche, metodologie, pratiche che aiutino coloro che vogliono crescere in consapevolezza, al di là dell’appartenenza o meno a scuole spirituali. Una rivista ponte tra la parte più aperta del mondo ambientalista e il mondo della ricerca spirituale più aperto al sociale. Si presenta cioè come rivista di riferimento di un movimento di incontro di esperienze e di pensiero, che sceglie di dar voce e spazio al racconto delle esperienze, scritte in prima persona dai protagonisti, evitando il più possibile la mediazione giornalistica dei professionisti che scrivono di cose che non conoscono spesso annacquando l’intensità del vissuto.

Majid Andrea Valcarenghi



Andrea Valcarenghi nasce pubblicamente a Milano nel 1967, come animatore di "Onda verde" gruppo "Provos" italiano.
E' il primo obiettore di coscienza politico contro il servizio militare.
Scontata la pena nel carcere di Gaeta torna a Milano dove fonda "Gli studenti della città", il primo mensile di controinformazione del nascente movimento studentesco.
Arrestato per possesso di droga viene condannato a sette mesi di reclusione.

Nel 1969 insieme ad un piccolo gruppo di amici dà vita a RE NUDO, mensile di controcultura. Per dieci anni dirige il periodico che nel corso degli anni diventa un vero e proprio movimento di aggregazione giovanile. Con Re Nudo da 1971 al 1976 organizza ogni anno un pop festival: a Ballabio, Alpe del Vicerè, Zerbo e poi gli ultimi tre anni a Milano, al Parco Lambro. L'ultimo festival al Parco Lambro nel 1976 segna la fine e insieme l'inizio di un'epoca. Incidenti, espropri, violenze da una parte e l'incontro con la meditazione dall'altra.

Nel 1977 compie il suo primo viaggio in India e diventa neo-sannyasin di Osho col nome di Majid.

Editoriali: N.105 Aprile/Maggio 2008 - Appello per il Tibet

C’è una grande opportunità che il mondo ha il prossimo agosto quando inizieranno le Olimpiadi, per far sentire chiaro e forte il monito alla Cina per il rispetto dei diritti umani e per fermare la repressione in Tibet. Non quella di impedire lo svolgimento dei Giochi Olimpici che avrebbe il risultato di chiudere la Cina in un angolo dove ancora più forte sarebbe la reazione repressiva, ma, al contrario quella di usare i Giochi e i riflettori di tutto il mondo, per obbligare la Cina ad ascoltare la voce del Diritto. Si tratta di individuare una via che vada oltre la debole protesta diplomatica dei governi, che faccia sentire alla Cina quanto il mondo intero non accetti passivo e prono la dittatura del mercato cinese.

In questo quadro il governo italiano potrebbe seguire l’approccio del Presidente francese Sarkozy che si muove su una linea coraggiosa di forte pressione diplomatica, ma quello che vorremmo accadesse è vedere una opinione pubblica italiana che si mobilitasse a sostegno dei nostri atleti affinché esprimano in Cina un segno di affermazione del rispetto dei diritti umani. Chiediamo quindi agli atleti di indossare una bandana con la scritta FREE TIBET e i colori della bandiera che Re Nudo e il Conacreis fanno avere agli atleti e a chiunque, loro accompagnatori o giornalisti accreditati, desideri partecipare a questa campagna. Non si tratta infatti di portare la politica nello sport ma di far affermare il principio che la vita e i diritti umani ovunque devono essere rispettati anche nello sport e che lo sport non può divenire zona franca dove si gareggia in nome dell’amicizia tra i popoli mentre a poca distanza c’è un popolo che soffre e subisce torture e mutilazioni subendo un vero e proprio genocidio culturale.
Vorremmo che anche l’Italia fosse inondata dai colori della bandiera Tibetana, chiediamo anche agli artisti durante i concerti, in occasione di interviste televisive, ma anche cittadini in qualunque uscita pubblica di indossare questa estate il foulard o la bandana e di esporre la bandiera tibetana fuori dalle proprie finestre.

Noi, Re Nudo e Conacreis insieme a tutti coloro, associazioni o singoli, uomini e donne di ogni parte politica, che hanno già sottoscritto questo appello, chiediamo una firma perché gli atleti partecipanti ai Giochi Olimpici sentano che dietro di loro, a sostegno del loro gesto, ci sono milioni di persone, di associazioni, di gruppi politici di ogni area, per salvare la cultura e la vita del popolo Tibetano, perché il rispetto dei Diritti Umani è un principio universale.

Andrea Majid Valcarenghi

PER LE BANDANE O I FOULARD POTETE RIVOLGERVI A RE NUDO
PER LE BANDIERE ALL’ASS. ITALIA TIBET www.italiatibet.org

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