Nomi e volti da non dimenticare

Eravamo più di 100mila, sabato 15 marzo a Bari, ad ascoltare e scandire i nomi delle vittime delle mafie durante la "Giornata della memoria e dell'impegno". Sono oltre 700, quei nomi, ed è un elenco ancora incompleto, che stiamo cercando lentamente di ricostruire. Abbiamo letto quei nomi vivendo sulla nostra pelle il dolore, la rabbia, ma anche le speranze dei famigliari, presenti a centinaia, che guidavano il lungo corteo.

Quei nomi li leggeremo anche il 21 marzo, primo giorno di primavera, come facciamo da tredici anni. Il 21 marzo che resta, al di là di questo grande appuntamento di Bari, la data simbolo per ricordare tutte le vittime delle mafie. Li leggeremo in tante piazze d'Italia, in tutti i luoghi in cui Libera è presente sul territorio nazionale, con lo spirito che ci ha sempre animato, sottolineando i tre aspetti che fondano una memoria che vuole davvero farsi impegno. Il primo aspetto è la ricerca della verità. La maggioranza dei famigliari non conosce fino in fondo la verità sulla morte dei loro cari. E' una verità che va cercata e accertata in tutti i suoi aspetti, perché è solo sulla verità trasparente, completa, che è possibile fondare una giustizia. Il secondo aspetto è la prossimità. Il nostro stringerci attorno ai famigliari non è occasionale, limitato al 21 marzo o alla ricorrenza dei singoli lutti. E' una presenza costante che cerca di accompagnare, sostenere, coinvolgere, ma che si batte anche perché siano riconosciuti e garantiti ai famigliari i legittimi mezzi materiali per condurre una vita dignitosa. Il terzo aspetto è l'impegno. Impegno nel contrasto alle mafie e alle varie forme di illegalità in tutte le sue articolazioni. Il che significa: percorsi educativi nelle scuole, collaborazione con le università, promozione di una cultura della partecipazione e della responsabilità, diffusione dei diritti per una maggiore giustizia sociale. Ma vuol dire anche miglioramento della confisca dei beni, strumento decisivo per aggredire i patrimoni illeciti e colpire le basi del potere mafioso, nonché informazione attenta sui fenomeni mafiosi per evidenziare la loro contiguità, a volte connessione, con il potere economico e politico, la loro diffusione nazionale e internazionale. Non ci stanchiamo di ripetere che la ricerca della verità, la prossimità e l'impegno non devono essere solo predicati ma praticati, hanno bisogno di una sempre maggiore partecipazione, continuità, corresponsabilità. Diventare patrimonio comune, spina dorsale di una società che tutela la libertà e la dignità di ogni persona nel segno di quel "noi" che genera speranza e cambiamento.
don Luigi Ciotti
Maggiori informazioni su www.libera.it

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